Certamente si può parlare di razzismo prescindendo dalla biologia (anche se non ho capito bene in che senso ritieni che il razzismo riguardi solo i bianchi, anche altri popoli sanno essere pienamente razzisti, a modo loro), ma si può parlare di basi biologiche dell’esitenza delle razze sensa parlare di razzismo?
Ammetto che la questione è spinosa. In linea di principio dovrebbe essere possibile ma, appena si approfondisce la questione alcuni aspetti dell’approccio biologico corrente appaiono velati di ambiguità. Se si esclude (arbitrariamente) dalla discussione la specie umana, riservandosi magari di parlarne a parte, si scansa anche la questione del razzismo? Per esempio, se io sostengo che i labrador sono migliori dei collies, sto facendo un’affermazione razzista?
Forse si, perché una razza canina non può essere considerata “migliore” di un altra. Può essere più adatta a svolgere determinati compiti (assegnatigli dall’uomo) o apparire più simpatica, ma non è migliore, in senso biologico.
E c’è dell’altro. Io ho una certa simpatia per una branca della sistematica che si chiama cladistica. Non starò qui a spiegare cosa sia la cladistica, che ci vorrebbe troppo tempo. Quello che mi interessa è un rimprovero che i cladisti fanno ai sistematici tradiizionali: quello di fare riferimento ad archetipi nel suddividere il mondo dei viventi. E di piegare l’evoluzionismo a questi archetipi.
In pratica i sistematici classici, quando definiscono un gruppo, come, per esempio, gli uccelli, lo fanno attraverso un insieme di attributi che sono finalizzati ad un certo scopo. Nel caso il volo, gli uccelli sono quindi quegli animali che hanno ali, penne, ossa cave eccetera, tutti adattamenti finalizzati alla capacità di volare. Esiste un ideale di uccello, di fatto, che è più uccello di altri. Lo struzzo, per esempio, non vola, è un uccello, ma si discosta dall’archetipo aviario più di quanto non faccia una colomba. Ma meno di un kiwi, il quale oltre a non volare, non ha nemmeno le penne, tanto da essere considerato un uccello con caratteristiche mammaliane.
Per i cladisti gli uccelli sono una particolare clade di dinosauri teropodi aventi, probabilmente, antenati che si sono adattati, in una certa fase della loro storia evolutiva, al volo. Non discendono dai dinosauri: lo sono tuttora.
Cos’ha a che fare questo col razzismo? Molto. Finché l’idea degli archetipi viene applicata ad altri gruppi animali che non siano quello a cui appartiene l’uomo, si può non essere coscienti delle sue implicazioni, non appena l’uomo viene coinvolto queste emergono pesantemente. Perché se la specie umana viene definita attraverso un qualsiasi archetipo di essere umano, avremo che alcuni saranno più vicini a questo archetipo (più umani) ed altri più lontani.
E’ l’idea della marcia del progresso evolutivo, che sfocia già con Galton nel razzismo scientifico, nella sociobiologia per non parlare dell’eugenetica.
Sinceramente discutere di questo mi interesserebbe di più che analizzare teorie completamente screditate. Ho provato a farlo in questa stessa discussione, ma i miei argomenti sono stati lasciati cadere.
CITAZIONE (Falangista_1 @ 2/5/2010, 11:29)
Eppure, a prescindere dalle utili categorie mentali sul concetto di razza dello spirito e del comportamento, se si vogliono trovare definizioni biologiche di razza umana, basta darsi da fare, destraggiarsi nel copioso materiale scientifico-antropologico ed agire senza preconcetti e condizionamenti politici e socio-culturali.
Benissimo, ma non chiedere a me di farlo, fallo tu, se ti riesce.