In tema di antropologia

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La Lumaca Mannara
view post Posted on 2/5/2010, 08:47     +1   -1




CITAZIONE (nanni @ 2/5/2010, 09:23)
CITAZIONE (La Lumaca Mannara @ 2/5/2010, 09:00)
Ovvio che non lo dice! Questo dibattito (o dovrei dire trhead?) sembra preso pari pari dalla rivista "La Difesa della Razza" di Telesio Interlandi. E' surreale la cosa, per non dire altro.
Con scomunist nei panni di Gino Landra, Giorgio Bocca, Amintore Fanfani e Giorgio Almirante.
Nanni, di fronte al "mito" non ci sono documentazione o dati scientifici che tengano.

Il mito è il mito. Certamente in questa discussione incombe come il convitato di pietra nel finale del Don Giovanni.

Ma non sarò io ad evocarlo, se nessuno dei miei interlocutori lo tira in ballo.

Ok, piatto ricco mi ci ficco. E allora vogliamo parlare dei tre aspetti della "razza", ovvero di razza del corpo, dell'anima e dello spirito?
E altra cosa che non è stata detta...quando si parla di "razza" il razzismo si riferiva ESCLUSIVAMENTE alla "razza" bianca.
O meglio i discorsi razziali erano relativi esclusivamente a quest'ultima. Ai "gialli" o ai "neri" non veniva riconosciuto lo status di "umano".

Dimenticando che gran parte degli Italiani per esempio presenta le cosiddette macchie mongoliche. Conseguenza di antenati negroidi. L'uomo dei Balzi Rossi o l'uomo di Altamura sono negroidi.
 
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Falangista_1
view post Posted on 2/5/2010, 10:29     +1   -1




Bene , vedo che la discussione continua ad andare avanti.
E' inutile dire che per me le tesi obiettive di Scomunist, tutt'altro che ipocrite e strumentali, sono molto convincenti anche perchè si parla con fatti alla mano ed evidenze innegabili.
Non ha senso fare il TIRA e MOLLA, c'è chi ci crede e chi non vuol crederci, e non per un semplice atto di fede ma per solo rendere onore alla verità !
Affermare addirittura che non abbia senso o che sarebbe insostenibile geneticamente parlare di RAZZE o TIPI umani ( questione di terminologia ma il concetto non cambia), è pericoloso e fuorviante.
Eppure, a prescindere dalle utili categorie mentali sul concetto di razza dello spirito e del comportamento, se si vogliono trovare definizioni biologiche di razza umana, basta darsi da fare, destraggiarsi nel copioso materiale scientifico-antropologico ed agire senza preconcetti e condizionamenti politici e socio-culturali. Gli stessi perniciosi condizionamenti che impediscono a diverse ed autorevoli enciclopedie di famose case editrici di voler/poter definire in pieno e con serenità di giudizio il concetto stesso di razza umana
 
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nanni
view post Posted on 2/5/2010, 11:46     +1   -1




Certamente si può parlare di razzismo prescindendo dalla biologia (anche se non ho capito bene in che senso ritieni che il razzismo riguardi solo i bianchi, anche altri popoli sanno essere pienamente razzisti, a modo loro), ma si può parlare di basi biologiche dell’esitenza delle razze sensa parlare di razzismo?
Ammetto che la questione è spinosa. In linea di principio dovrebbe essere possibile ma, appena si approfondisce la questione alcuni aspetti dell’approccio biologico corrente appaiono velati di ambiguità. Se si esclude (arbitrariamente) dalla discussione la specie umana, riservandosi magari di parlarne a parte, si scansa anche la questione del razzismo? Per esempio, se io sostengo che i labrador sono migliori dei collies, sto facendo un’affermazione razzista?
Forse si, perché una razza canina non può essere considerata “migliore” di un altra. Può essere più adatta a svolgere determinati compiti (assegnatigli dall’uomo) o apparire più simpatica, ma non è migliore, in senso biologico.
E c’è dell’altro. Io ho una certa simpatia per una branca della sistematica che si chiama cladistica. Non starò qui a spiegare cosa sia la cladistica, che ci vorrebbe troppo tempo. Quello che mi interessa è un rimprovero che i cladisti fanno ai sistematici tradiizionali: quello di fare riferimento ad archetipi nel suddividere il mondo dei viventi. E di piegare l’evoluzionismo a questi archetipi.
In pratica i sistematici classici, quando definiscono un gruppo, come, per esempio, gli uccelli, lo fanno attraverso un insieme di attributi che sono finalizzati ad un certo scopo. Nel caso il volo, gli uccelli sono quindi quegli animali che hanno ali, penne, ossa cave eccetera, tutti adattamenti finalizzati alla capacità di volare. Esiste un ideale di uccello, di fatto, che è più uccello di altri. Lo struzzo, per esempio, non vola, è un uccello, ma si discosta dall’archetipo aviario più di quanto non faccia una colomba. Ma meno di un kiwi, il quale oltre a non volare, non ha nemmeno le penne, tanto da essere considerato un uccello con caratteristiche mammaliane.
Per i cladisti gli uccelli sono una particolare clade di dinosauri teropodi aventi, probabilmente, antenati che si sono adattati, in una certa fase della loro storia evolutiva, al volo. Non discendono dai dinosauri: lo sono tuttora.
Cos’ha a che fare questo col razzismo? Molto. Finché l’idea degli archetipi viene applicata ad altri gruppi animali che non siano quello a cui appartiene l’uomo, si può non essere coscienti delle sue implicazioni, non appena l’uomo viene coinvolto queste emergono pesantemente. Perché se la specie umana viene definita attraverso un qualsiasi archetipo di essere umano, avremo che alcuni saranno più vicini a questo archetipo (più umani) ed altri più lontani.
E’ l’idea della marcia del progresso evolutivo, che sfocia già con Galton nel razzismo scientifico, nella sociobiologia per non parlare dell’eugenetica.
Sinceramente discutere di questo mi interesserebbe di più che analizzare teorie completamente screditate. Ho provato a farlo in questa stessa discussione, ma i miei argomenti sono stati lasciati cadere.

CITAZIONE (Falangista_1 @ 2/5/2010, 11:29)

Eppure, a prescindere dalle utili categorie mentali sul concetto di razza dello spirito e del comportamento, se si vogliono trovare definizioni biologiche di razza umana, basta darsi da fare, destraggiarsi nel copioso materiale scientifico-antropologico ed agire senza preconcetti e condizionamenti politici e socio-culturali.

Benissimo, ma non chiedere a me di farlo, fallo tu, se ti riesce.
 
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La Lumaca Mannara
view post Posted on 2/5/2010, 12:03     +1   -1




CITAZIONE
Certamente si può parlare di razzismo prescindendo dalla biologia (anche se non ho capito bene in che senso ritieni che il razzismo riguardi solo i bianchi, anche altri popoli sanno essere pienamente razzisti, a modo loro), ma si può parlare di basi biologiche dell’esitenza delle razze sensa parlare di razzismo?

Evidentemente la mia frase era ambigua. Cerco di precisare meglio. I fautori del "mito" della razza quando parlano di uomini intendono unicamente i "bianchi". Non riconoscono cioè né a gialli né a neri lo status di "Uomo". Basta leggere quanto scritto dai teorici :sick: della razza , in primis Chamberlain nel suo "I fondamenti del XIX secolo" ripreso poi da Rosenberg e dai nostri razzisti "biologici" della rivista che avevo citato prima.

E la pretesa di dare una base "scientifica" alla razza intesa in senso biologico lascia il tempo che trova. (Anche se purtroppo da queste idiozie è disceso l'orrore del XX secolo).

Ma ripeto, e qui prendo a prestito la tua osservazione sul "convitato di pietra" del don Juan Tenorio, chi ha posto il problema delle "razze" cerca di gettare il sasso e di nascondere la mano. Non avendo l'onestà intellettuale di porre il problema nei suoi veri termini, arrampicandosi sugli specchi di una pretesa scientificità.

Si crede nel concetto di razza? Ok, liberi di farlo, ma almeno si dica che è un atto di fede in un mito, in una idea forza.
 
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Falangista_1
view post Posted on 2/5/2010, 12:29     +1   -1




CITAZIONE (nanni @ 2/5/2010, 12:46)
Certamente si può parlare di razzismo prescindendo dalla biologia (anche se non ho capito bene in che senso ritieni che il razzismo riguardi solo i bianchi, anche altri popoli sanno essere pienamente razzisti, a modo loro), ma si può parlare di basi biologiche dell’esitenza delle razze sensa parlare di razzismo?
Ammetto che la questione è spinosa. In linea di principio dovrebbe essere possibile ma, appena si approfondisce la questione alcuni aspetti dell’approccio biologico corrente appaiono velati di ambiguità. Se si esclude (arbitrariamente) dalla discussione la specie umana, riservandosi magari di parlarne a parte, si scansa anche la questione del razzismo? Per esempio, se io sostengo che i labrador sono migliori dei collies, sto facendo un’affermazione razzista?
Forse si, perché una razza canina non può essere considerata “migliore” di un altra. Può essere più adatta a svolgere determinati compiti (assegnatigli dall’uomo) o apparire più simpatica, ma non è migliore, in senso biologico.
E c’è dell’altro. Io ho una certa simpatia per una branca della sistematica che si chiama cladistica. Non starò qui a spiegare cosa sia la cladistica, che ci vorrebbe troppo tempo. Quello che mi interessa è un rimprovero che i cladisti fanno ai sistematici tradiizionali: quello di fare riferimento ad archetipi nel suddividere il mondo dei viventi. E di piegare l’evoluzionismo a questi archetipi.
In pratica i sistematici classici, quando definiscono un gruppo, come, per esempio, gli uccelli, lo fanno attraverso un insieme di attributi che sono finalizzati ad un certo scopo. Nel caso il volo, gli uccelli sono quindi quegli animali che hanno ali, penne, ossa cave eccetera, tutti adattamenti finalizzati alla capacità di volare. Esiste un ideale di uccello, di fatto, che è più uccello di altri. Lo struzzo, per esempio, non vola, è un uccello, ma si discosta dall’archetipo aviario più di quanto non faccia una colomba. Ma meno di un kiwi, il quale oltre a non volare, non ha nemmeno le penne, tanto da essere considerato un uccello con caratteristiche mammaliane.
Per i cladisti gli uccelli sono una particolare clade di dinosauri teropodi aventi, probabilmente, antenati che si sono adattati, in una certa fase della loro storia evolutiva, al volo. Non discendono dai dinosauri: lo sono tuttora.
Cos’ha a che fare questo col razzismo? Molto. Finché l’idea degli archetipi viene applicata ad altri gruppi animali che non siano quello a cui appartiene l’uomo, si può non essere coscienti delle sue implicazioni, non appena l’uomo viene coinvolto queste emergono pesantemente. Perché se la specie umana viene definita attraverso un qualsiasi archetipo di essere umano, avremo che alcuni saranno più vicini a questo archetipo (più umani) ed altri più lontani.
E’ l’idea della marcia del progresso evolutivo, che sfocia già con Galton nel razzismo scientifico, nella sociobiologia per non parlare dell’eugenetica.
Sinceramente discutere di questo mi interesserebbe di più che analizzare teorie completamente screditate. Ho provato a farlo in questa stessa discussione, ma i miei argomenti sono stati lasciati cadere.

CITAZIONE (Falangista_1 @ 2/5/2010, 11:29)

Eppure, a prescindere dalle utili categorie mentali sul concetto di razza dello spirito e del comportamento, se si vogliono trovare definizioni biologiche di razza umana, basta darsi da fare, destraggiarsi nel copioso materiale scientifico-antropologico ed agire senza preconcetti e condizionamenti politici e socio-culturali.

Benissimo, ma non chiedere a me di farlo, fallo tu, se ti riesce.

Io ritengo che riesco a farlo. Qui non si tratta di arrampicarsi sugli specchi come da qualche osservazione superficiale e tendenziosa. Se poi si vuole volutamente negare l'evidenza per non sò quali fini di psedo corrente di pensiero(?) sociologico, si faccia pure! Però non mi si dica che la biodiversità ,compresa quella umana, non esiste perchè sconfiniamo nella pura eresia intellettuale!
Eugenetica e "razzismo", come da te sovracitati e mettiamoci anche il darwinismo sociale. costituiscono un fortissimo freno inibitore!


Edited by Falangista_1 - 3/5/2010, 15:56
 
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nanni
view post Posted on 2/5/2010, 22:36     +1   -1




CITAZIONE (Falangista_1 @ 2/5/2010, 13:29)

Però non mi si dica che la biodiversità ,compresa quella umana, non esiste perchè sconfiniamo nella pura eresia intellettuale!

Pienamente d'accordo almeno su questo.
 
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nanni
view post Posted on 2/6/2010, 15:12     +1   -1




Riapro questa discussione perché, l'ultimo numero del mensile "Le Scienze" riporta in un trafiletto redazionale una notizia che meriterebbe ben altro spazio.
Che probabilmente avrà quanto prima. Clamorosamente, alla fine degli studi che sta conducendo da anni, il genetista Svante Pääbo ha smentito quanto, finon ad ieri, era comunemente accettato: Sapiens e Neandertaal si sarebbero incrociati e tracce di genoma neandertaliano sarebbero presenti nell'uomo moderno. La notizia sarebbe stata già pubblicata su "Science"

Questa scoperta, se confermata, non giustificherebbe in nessun modo l'affermazione che esistano razze umane oggi. Infatti le tracce di dna neandertaliano sarebbero state ritrovate in esseri umani provenienti da cinque luoghi della terra distanti tra loro. A riprova che il flusso genico tra le popolazioni umane è stato drastico e immune da barriere geografiche o culturali.

Tuttavia potrebbe indicare, come minimo, che razze umane possono essere state presenti in passato, in particolare se, a questo punto, l'homo neanderthalensis dovesse essere declassato a homo sapiens neanderthalensis.
 
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Falangista_1
view post Posted on 12/6/2010, 21:07     +1   -1




Sicuramente si. Razze umane in passato come nel presente.
Gli incroci tra Sapiens e Neanderthal ci sono stati ma è ovvio che i discemdenti erano sterili è quind molto improbabile che potessero essersi sviluppate razze derivate
.
 
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nanni
view post Posted on 12/6/2010, 21:39     +1   -1




Non so su cosa tu basi le tue affermazioni. Secondo Pääbo, che è l'unico ad aver effettuato studi accurati di confronto tra il genoma neandertaliano e sapiens, gli accoppiamenti tra le due specie sarebbero stati fertili, altrimenti non sarebbe possibile che tracce di quegli accoppiamenti siano presenti tutt'oggi.

Per quanto riguarda la situazione odierna nulla cambia, in quanto le tracce di questi incroci sarebbero spalmate in popolazioni anche molto distanti tra loro e quindi non possono essere indicazioni di suddivisioni in razze.
 
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Falangista_1
view post Posted on 13/6/2010, 08:42     +1   -1




CITAZIONE (nanni @ 12/6/2010, 22:39)
Non so su cosa tu basi le tue affermazioni. Secondo Pääbo, che è l'unico ad aver effettuato studi accurati di confronto tra il genoma neandertaliano e sapiens, gli accoppiamenti tra le due specie sarebbero stati fertili, altrimenti non sarebbe possibile che tracce di quegli accoppiamenti siano presenti tutt'oggi.

Per quanto riguarda la situazione odierna nulla cambia, in quanto le tracce di questi incroci sarebbero spalmate in popolazioni anche molto distanti tra loro e quindi non possono essere indicazioni di suddivisioni in razze.

In base all'antropologia sistematica classica fino a tutt'oggi, i Sapiens ed i Neanderthaliani costituivano due specie diverse ergo discendenza sterile.
Lo dicono pure Piero ed Alberta Angela nei lori documentari e presumo anche Cavalli Sforza ! Lo si evince anche nei filmati delle serie televisive scientifiche americane nei canali alternativi. Lo dicono i fossili, lo dice la genetica :D
Nulla toglie che qualche gene superstite "diluito", presente soprattutto nel genoma di quelle razze leucoderme di uomo moderno, in cui antenati in passato ebbero contatti con il Neanderthal, possa sussitere inattivo ed in qualità di eredità atavica. Di certo tali geni non possono trovarsi nelle popolazioni dell'estremo oriente per via della lontananza geografica venutasi a creare dopo la grande migrazione verso l'estremo oriente che determinò la prima grande dicotomia nel futuro differenziamento razziale


Edited by Falangista_1 - 13/6/2010, 10:05
 
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nanni
view post Posted on 13/6/2010, 11:45     +1   -1




1) Non di discendenza sterile, quello che risultava finora era un'assenza di discendenza, cioè che si trattasse di due specie non interfertili, e quindi che non ci fosse alcuna traccia di genoma neandertaliano nel spaiens moderno.

Ora questa prospettiva sembra essere stata rovesciata.

2) La presenza di genoma di origine neandertaliana non riguarderebbe solo popolazioni leucoderme. Forzando un'espressione proveniente dalla cladistica, le popolazioni aspetto negroide non costituiscono una "clade propria", in quanto alcune di queste discendono dal coloro che emigrarono nella prima grande ondata, e che quindi si sarebbero accoppiate con i neanderthal.

Questo anche nella stessa Africa (popolazioni di ritorno). Ciò, naturalmente, trascurando il fittissimo flusso genico tra le popolazioni che rende impraticabile l'idea di una suddivisione in razze per la specie umana.

Attualmente il campione studiato da Pääbo è molto piccolo, riguardando solo cinque individui, provenienti da diverse parti del mondo. Le tracce sarebbero state reperite in campioni europei, cinesi e papuasici (questi ultimi non leucodermi). Questo fornisce un limite minimo della diffusioni del genoma neandertaliano all'interno della popolazione umana.

Solo ulteriori studi potranno stabilire se sia del tutto assente dai discendenti delle popolazioni che non migrarono dall'Africa.

 
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RandyCoven
view post Posted on 1/1/2013, 22:25     +1   -1




Ho trovato questo forum e questa discussione in una mia ricerca online. Ho trovato interessante la discussione e ho pensato di dare la mia opinione sull'argomento.
Penso che sia affermare che esistano o meno le razze umane sia un'esagerazione. Noi non sappiamo ancora come in realtà i geni siano coinvolti nella determinazione delle differenze razziali, o come questi agiscano nel processo. Però è anche vero che tutto dipende dalla definizione che diamo per "razza" appunto... se siam sicuri di poter definire pastori tedeschi e jack russel nel mondo animale con un certo metodo di classificazione, appunto razze diverse, allora possiamo farlo anche negli esseri umani con tutta tranquillità e di prove genetiche per farlo ne abbiamo in abbondanza. Ma in questo mondo non è possibile dire come stanno in realtà le cose, visto che la visione imperante globalista dell'occidente se ne fotte di tali differenze... E infatti sono d'accordo con chi sostiene che nel mondo della ricerca, soprattutto nel campo biologico, c'è un'influenza significativa del mondo religioso e del mercato che detta praticamente le leggi del politicamente corretto.
 
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206 replies since 23/1/2010, 14:05   5259 views
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